Scheda nutrizionale Amarene di Trofarello.pdf

Le amarene di Trofarello

Il nome scientifico dell’amarena è Prunus cerasus“, cioè “ciliegio aspro”, proprio per il suo sapore acidulo che la contraddistingue rispetto alla ciliegia dolce. In piemontese si chiama “griota”: la (ciliegia) selvatica. E’ un frutto fresco di un albero che appartiene alla famiglia delle Rosacee, con una polpa tenera e trasparente. Si raccoglie fino a metà luglio perché matura più tardi di ciliegie e graffioni, e va gustato maturo al punto giusto.

Sono diffuse principalmente vecchie varietà o cloni che, per le piccole dimensioni degli appezzamenti, si sono affermati a livello locale e sono coltivati con metodi biologici.

Il territorio

La singolarità dell’amarena di Trofarello – che in certo qualche modo ne valorizza l’unicità – è il fatto che i Comuni di Trofarello e Moncalieri siano praticamente i soli dove è prodotta questa varietà di amarena.

Le è stato riconosciuto il marchio di qualità italiano PAT – Prodotto Agroalimentare Tradizionale – proprio per le attente procedure che richiedono la coltivazione e la manipolazione di questa varietà, omogenee sui territori di produzione.

La storia

A Trofarello, fin quasi alla fine del secolo scorso (1989), è esistito un mercato specializzato nelle amarene, a dimostrazione di come questo territorio abbia da sempre preferito questo frutto alla più dolce ciliegia, che ormai ne aveva preso il posto su buona parte dell’area delle colline torinesi ad inizio Novecento, sostituendo la coltivazione della vigna e diventando la nuova fonte di reddito per le famiglie di agricoltori (in particolare dopo il 1925 quando la filossera decimò i vigneti europei).

Grazie alla specializzazione del mercato di Trofarello, l’amarena riforniva industrie alimentari locali ma giungeva anche in Liguria, in Emilia Romagna e in altre regioni italiane.

La tradizionale orale locale ci parla dei “ciresè”, i raccoglitori ceresicoli, che tra il 1950 e il 1965 arrivarono addirittura a 300 dalle campagne vicine e dalle valli di montagna. I “ciresè” si fermavano circa un mese e mezzo per la raccolta di Trofarello. Negli Annali dell’Accademia di Agricoltura di Torino si legge che nel 1965 i nuovi impianti di amarene costituivano quasi l’80% di quelli presenti tra Trofarello e Revigliasco.

Vista la delicatezza dei frutti, che mal si presta alla conservazione, sembra che alcune famiglie trofarellesi di produttori negli anni ‘70 decisero di organizzare una fiera che permettesse di vendere alla sera i frutti raccolti in giornata.

Prodotti e produttori

Una delle più interessanti cultivar dell’amarena di Trofarello è la “Marisa” o “Amarena Barbero”. Ha caratteri intermedi tra l’amarena classica e la ciliegia dolce: il picciolo è lungo, il frutto più grosso dell’amarena, di consistenza ridotta, ma resistente allo spacco, e di colore scuro. Anche il sapore è a metà strada tra amarena e ciliegia: quel dolce-acidulo, con retrogusto amarognolo, che la rende inconfondibile e che gli amanti dei sapori asprigni ma ricercati adorano.

L’amarena di Trofarello è ogni anno protagonista dell’omonima Fiera che si svolge tutti gli anni e che attira visitatori e produttori.


Per l’elenco completo dei produttori clicca qui 

Grazie agli studi di fattibilità ed alle sperimentazioni realizzate nel progetto La Dispensa Del Re, sono stati individuati e messi a punto trasformati che potranno dare ulteriore visibilità a questo eccellente prodotto:


- Succo di amarena di Trofarello

- Composta di amarena di Trofarello 

- Amarena di Trofarello sciroppata