Le antiche varietà di mele piemontesi
Il Piemonte vanta un patrimonio straordinario di biodiversità pomicola. Oltre 500 varietà, originatesi in sintonia con i microambienti locali, sono state adottate nei secoli dai contadini delle Valli piemontesi per le loro caratteristiche di bontà, serbevolezza, resistenza ai parassiti ed idoneità a mille diverse trasformazioni.
E’ un patrimonio
che è stato salvato un attimo prima che il diluvio dell’agricoltura industriale
lo sommergesse. Per evitarne la perdita irreversibile negli ultimi 25 anni è
cominciata un’opera di reperimento, di descrizione e catalogazione necessaria
per poter tutelare questo patrimonio e conservarlo in campi collezione. Presso
i frutteti del “Conservatorio delle biodiversità agrarie piemontesi” della
Scuola Malva di Bibiana sono raccolte, coltivate e studiate oltre 400 varietà
antiche di melo provenienti da tutto il Piemonte.
Ogni angolo di Piemonte, regione particolarmente ricca di microclimi e aree dalle spiccate peculiarità pedologiche, ha saputo selezionare e preservare la propria piccola o grande gamma di varietà frutticole che in quella particolare zona trovano il proprio ambiente di coltivazione ideale.
Dal Pinerolese all’Ossola, dal Monferrato al Vercellese, dall’Astigiano alle alpi marittime, vivaisti lungimiranti, saggi frutticoltori o appassionati hobbisti hanno contribuito a preservare antiche varietà altrimenti destinate all’estinzione.
La coltivazione di antiche varietà di mele sul territorio della provincia di Torino si concentra perlopiù nella frutticola area del Pinerolese, sconfinando nella cuneese valle Po e nel primo Saluzzese.
La storia
La storia della frutticoltura piemontese è più che millenaria; un ruolo fondamentale lo ricoprirono i religiosi Cluniacensi, tra cui Guglielmo da Volpiano che, nel 1003, fondò l’Abbazia di Fruttuaria a San Benigno Canavese. La tradizione vuole che il nome derivi proprio dalla grande quantità di piante fruttifere che venivano coltivate nei suoi terreni. Numerosi sono infatti i toponimi risalenti a quei periodi che ci possono far capire come la connotazione frutticola fosse determinante per il territorio: citiamo ad esempio Pomaro, Castagnole, Cereseto e Vignole nel Monferrato, Pomerio e Pomareo nel Saluzzese, dove si trovavano anche i casati De Pomo e De Piro. Nel Pinerolese abbiamo ancora Pomaretto, il cui nome deriva dal latino pomarius con l'aggiunta del suffisso -etum (che indica abbondanza) ed identifica un luogo piantato a meli e Pomarat, in Val Germanasca .
Nel secolo successivo furono i Cistercensi ad occuparsi di frutticoltura nelle terre dei Marchesi di Saluzzo, dove fondarono l’Abbazia di Staffarda. “La Tenuta “Pomarolo”, situata fra Savigliano – Villafalletto e Lagnasco, che già appartenne all’Abbazia di Staffarda, pare abbia avuto tale denominazione dalle cospicue piantagioni di mele ivi fatte, che i terreni umidi di Staffarda non potevano ospitare. ” (Gullino A., “Storia della frutticoltura e sua possibilità di sviluppo in Piemonte”, Saluzzo, Stabilimento Tipografico G. Richard, 1958)
L’evoluzione della frutticoltura è lenta e, tra l’XI ed il XVI secolo, si trovano poche testimonianze, relative al Saluzzese, al Canavese ed all’Albese.
I progressi compiuti nel XVI secolo nel campo della Botanica diedero nuovo impulso anche alla coltivazione della frutta. Nel XV secolo la frutticoltura risorge lentamente dal regresso che l’aveva colpita, prima in Toscana, poi in Piemonte ed in vari centri della Penisola. Tra il XIV ed il XV secolo la frutta piemontese era già rinomata ed oggetto di scambi soprattutto con la Francia, ma anche con la Svizzera, oltre che con gli Stati italiani confinanti. Un contributo sostanziale allo sviluppo della frutticoltura piemontese venne dato dalla casa Savoia a partire dalla seconda metà del XVI secolo: Emanuele Filiberto e poi suo figlio Carlo Emanuele I si adoperarono per promuovere l’agricoltura e fecero istituire dei poderi modello nei dintorni di Torino. Con la fine del XVIII secolo possiamo finalmente affermare che in Piemonte stava nascendo una vera e propria frutticoltura organizzata dal punto di vista pratico e scientifico. In quegli anni furono gli intellettuali e gli scienziati a rivolgere la loro attenzione al settore agricolo, insieme agli economisti che sottolineavano l’importanza della terra e dell’agricoltura per il benessere di una nazione.Prodotti e produttori
Otto antiche varietà che fanno parte del “Paniere Prodotti Tipici della Provincia di Torino” e Presidio Slow Food sono state scelte per i loro caratteri organolettici e perché si prestano particolarmente per gli usi in cucina.
BURAS: Coltivata tradizionalmente in Val Varaita, produce frutti di media pezzatura, con buccia leggermente ruvida e rugginosa, di colore giallo-verde. La polpa è croccante di colore bianco-verde e di sapore dolce, un po' acidulo; adatta sia al consumo fresco sia alla cottura
CALVILLA: Citata già nel ‘600 da autori francesi, nell’800 veniva coltivata in Piemonte in circa 50 varietà. Il frutto, di pezzatura medio-grossa, presenta buccia rugginosa intorno al picciolo, con colore di fondo giallo-verde e sovraccolore rosso sfumato. La polpa è bianca, succosa e dal gusto aromatico; si raccoglie a metà ottobre.
CARLA: Frutto di piccola pezzatura, con buccia liscia, di colore gialloverde e sovraccolore rosso aranciato. La polpa è di colore bianco crema, di tipo fondente e dal sapore dolce che ricorda la viola e l'ananas. Da consumare appena raccolta intorno alla metà di settembre
DOMINICI: Il nome probabilmente deriva da un frutticoltore di nome Dominici, del Comune di Bricherasio, che la coltivava già nel 1800. Frutto di pezzatura grossa, ha buccia leggermente ruvida, di colore giallo verde e sovraccolore rosso. La polpa è croccante, di colore bianca o bianco crema e dal sapore acidulo aromatico. Si raccoglie verso la fine di ottobre.
GAMBA FINA: E’ il peduncolo sottile ed allungato a dare il nome a questo frutto rosso scuro, leggermente appiattito, di media pezzatura. La buccia è liscia e la polpa è bianca, fondente e di sapore dolce. La sua origine risale alla fine del 1800 ed era diffusa solo in Piemonte. Si raccoglie a metà settembre e va consumata prima dell’inverno.
GRIGIA DI TORRIANA: Detta comunemente “pum rüsnent” per il suo colore ruggine, regina delle mele da cuocere in forno, veniva anche conservata in composta. Tuttavia questa mela, originaria della frazione di Torriana nel comune di Barge, è ottima anche cruda. Il frutto, di pezzatura media, con buccia ruvida e rugginosa,ha una polpa colore bianco crema, di tipo fondente e dal sapore dolce-acidulo.
MAGNANA: Frutto di media pezzatura, buccia ruvida con colore di fondo verde e sovraccolore rosso. La polpa è fondente di colore bianco-verde e di sapore dolce acidulo. Si raccoglie a fine ottobre ma va consumata da Natale in poi.
RUNSE': Originaria di frazioni di Cavour, già conosciuta a fine ‘800, probabilmente deriva il suo nome dai roveti in cui potrebbe essere stata rinvenuta. Frutto di media pezzatura, buccia liscia con colore di fondo giallo-verde e sovraccolore rosso brillante, ha una polpa succosa, di colore bianco crema e di sapore acidulo molto aromatico. Si raccoglie a inizio novembre e si conserva fino a primavera inoltrata.
Al loro recupero, tutela e valorizzazione si dedicano una ventina di produttori distribuiti tra Pinerolese e comuni cuneesi adiacenti, riuniti nell’associazione “Antiche Mele Piemontesi”, nata nel 2002 con sede presso la Scuola teorico-pratica Malva Arnaldi di Bibiana, e divenuta Presidio Slow Food e prodotto del Paniere della provincia di Torino.
Grazie agli studi di fattibilità ed alle sperimentazioni realizzate nel progetto La Dispensa Del Re, sono stati individuati e messi a punto trasformati che potranno dare ulteriore visibilità a questo eccellente prodotto:
- Succo da spremitura a freddo
- Sidri (secchi, dolci, mossi, spumanti)
- Succhi mela + (kiwi, ciliegia, lampone, mirtillo, fragola, ribes, sambuco, carota, barbabietola)
- Succo di mela concentrato (versatile dolcificante 100% frutta)
- Aceto ed acquavite di mele
- Confettura e composta di mele
- Crema spalmabile mela + cacao
- Barrette alle mele
- Mele essiccate; ottimo snack a rondelle, a bastoncino, a fette