I mieli di montagna della provincia di Torino
Nelle vallate alpine possiamo distinguere due grandi categorie di mieli: i multiflorali – floralpina e gli uniflorali quali il miele di castagno, di rododendro e di tiglio. In particolare, sono cinque le tipologie di miele più ricercate per le caratteristiche organolettiche e gli interessanti abbinamenti in cucina a cui si prestano.
Miele di Flora alpina. Prodotto dalle api di alta montagna – e, per le aspre condizioni di vita delle api, molto raro – ha un odore delicato che ricorda le fioriture d’alta quota. L’aroma è fruttato, il sapore dolce, caratteristico e aromatico. Il colore va dal giallo paglierino all'ambra scura e lo si può trovare sia allo stato liquido che cristallizzato pastoso. E’ ottimo per la prima colazione e come miele da tavola.
Miele Millefiori di montagna. Il sapore è dolce e il profumo dipende dalle diverse specie floreali delle zone di produzione. Dall’aroma fruttato e con sfumature che variano dal giallo paglierino all’ambra scuro, anche questo miele lo si trova sia liquido che cristallizzato. Le caratteristiche organolettiche variano in funzione delle essenze da cui deriva. Sicuramente un prelibato miele da tavola, dà lo sprint ad ogni merenda.
Miele di Castagno. Dedicato a chi non ama il troppo dolce ma anzi preferisce il retrogusto amaro, più o meno in base alla zona di produzione. L'aroma è intenso e l'odore aromatico, tannico, molto persistente e pungente. Dal colore ambrato, più o meno scuro, con tonalità rossastre. Lo stato è generalmente liquido, perché il processo di cristallizzazione è molto lenta. Non si può non gustarlo abbinato a formaggi di media stagionatura, caprini stagionati, blu di mucca, Raschera d.o.p., Toma del lait brusc e Toma di Lanzo.
Miele di Rododentro. Il sapore è dolce e l’aroma non molto persistente, molto debole e l’odore è tenue, vegetale e fruttato. Il colore va dall'incolore al giallo paglierino quando è allo stato liquido, mentre se cristallizzato va dal bianco al beige chiaro. Si abbina molto bene ai formaggi prodotti in quota, quali Bra di Alpeggio d.o.p., Robiola di Roccaverano d.o.p., Formadzo d.o.p. Cevrin di Coazze, ma anche a dolci e frutta.
Miele di Tiglio. Il sapore è
normalmente dolce con retrogusto leggermente amaro nelle varietà molto pure.
Dall'aroma intenso e molto persistente, questo miele sa di fresco, di mentolo e
erbe officinali. L'odore è mediamente intenso, balsamico e quasi profuma di
tisana di fiori di tiglio. Il colore è ambra chiaro se allo stato liquido,
mentre ha sfumature dal bianco al crema se cristallizzato. E’ il
miele giusto per dolcificare tisane ma anche in abbinamento a formaggi a latte
misto.
L’area di riferimento
per la produzione dei mieli di montagna è compresa nei territori delle Unioni Montane della
Provincia di Torino, dove sono localizzati gli alveari di produzione. In queste
vallate, tutte superiori alla quota di 600 metri, opera l'Associazione Produttori Miele di Montagna che
promuove le produzioni garantendo il rispetto del marchio collettivo “Miele di
Montagna”. Il disciplinare di produzione prevede determinati requisiti, come
per esempio un’umidità idonea ad una conservazione naturale oppure l’assenza di
trattamenti che modifichino le caratteristiche del miele fresco appena
estratto.
La storia secolare della produzione di miele si
respira nei vasti territori montani di tutta la provincia di Torino. Antiche
tradizioni, tramandate sino ad oggi, parlano di apicoltura non solo attraverso
i testi antichi, ma anche attraverso i paesaggi, i sapori, gli eventi
comunitari, la biodiversità che questi luoghi offrono. Luoghi che testimoniano
come alcuni procedimenti ed essenze vegetali siano quelli di un tempo.
Non
abbiamo ad oggi fonti storiche che documentano con certezza l’apicoltura
nell’antichità e nel Medio Evo, seppure si tenda ad associarla a Virgilio e
Plinio il Vecchio. Solo a partire dalla fine del XVIII secolo si hanno notizie
più certe su un’apicoltura riservata alle classi più colte ed agiate, anche se
è probabile che coesistesse un’anonima tradizione contadina di apicoltura
rustica.
Nei primi decenni del Novecento nacque l’apicoltura moderna che
migliorò notevolmente le condizioni economiche delle classi più povere.
Prodotti e produttori
Il miele è il risultato di un processo di lavorazione
frutto di una complessa combinazione di variabili: clima, flora, comportamenti
delle api, trasformazioni dell’agricoltura e dell’ambiente, ecc. L’apicoltore è
un allevatore di api che si confronta con questa complessità ed è custode di
un’arte antica che continua anche a raccontare dell’ambiente in cui viviamo.
La bontà dei mieli delle vallate alpine torinesi è indiscutibile. Eccellenti consumati al naturale, si inseriscono nella tradizione culinaria locale in abbinamento a piatti tipici, buoni e sani a cui conferiscono sapore, raffinatezza e unicità.